Anche il marchese d'Este, poco curandosi di lasciare in balia di Ezelino le proprie terre, si gettò con un corpo di Ferraresi in Parma, ov'eransi pure adunati tutti i fuorusciti guelfi di Reggio, di modo che vi si trovarono due mila cavalieri forastieri e mille della città. La milizia dividevasi per quartieri; e le milizie di due porte occupavansi ogni giorno della guardia della terra, dello scavamento di nuove fosse e dell'innalzamento di bastioni e di palizzate per supplire alla conosciuta debolezza delle antiche mura.
Mentre Parma era alleata dell'imperatore, gli aveva spediti dei soldati, ch'egli teneva nelle vicine città; de' quali, essendogli, dopo l'accaduto, talmente sospetta la fede da poterli trattare come aperti nemici, ne fece imprigionare ottanta a Reggio e cinquanta in Modena, ritenendoli per ostaggi; ed inoltre fece arrestare tutti i giovani parmigiani che trovavansi allo studio di Modena, i quali tutti spogliati de' loro cavalli, delle armi, dei libri e di quanto avevano, furono mandati carichi di catene al campo imperiale79.
Intanto l'armata ghibellina riceveva ogni giorno nuove genti; erano arrivati dalla Puglia molti Saraceni a piedi ed a cavallo: Ezelino aveva seco condotte le milizie di Padova, di Vicenza, di Verona; ed i Ghibellini di tutte le città d'Italia si univano sotto le bandiere di Federico per ricominciare una sanguinosa guerra: ma ossia che le forze ghibelline non fossero tali da poter impedire ai nemici di battere la campagna, oppure gli mancassero le macchine d'assedio, nè assediò la città, nè venne a giornata con Bianchino da Camino ed Alberico da Romano, i quali con un'armata guelfa eransi trincerati dalla banda settentrionale di Parma sull'altra riva del Po. Tutte le fazioni di questa campagna si ridussero dunque ad alcune scaramucce coi Saraceni, i quali cercavano d'impedire che fosse vittovagliata la città: al quale oggetto s'impadronirono un dopo l'altro de' castelli del territorio parmigiano, tranne Colorno; e tutti li distrussero; di modo che le bande de' soldati guelfi, quando ancora potevano scorrere la campagna, non trovavano viveri di veruna sorte per portare in città: onde i cittadini cominciavano a soffrire la fame, ed i viveri si vendevano a carissimo prezzo.
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