L'armata bolognese era composta di mille cavalli, di ottocento uomini d'arme e di tre tribù della città, cioè porta Stieri, porta san Procolo e porta Ravegnana; la quale sortì in bella ordinanza preceduta dal carroccio, e capitanata dal pretore Filippo Ugoni e dal cardinale Ottaviano degli Ubaldini. Posti sufficienti presidj ne' più importanti castelli di Nonantola88, Crevalcore e Castelfranco, si avanzò fino al Panaro contro i Modenesi, i quali, avuto sentore dei movimenti dei loro nemici, ne avevano dato avviso al re Enzio, che, poste insieme speditamente le truppe napoletane e tedesche lasciategli dal padre, le milizie reggiane e cremonesi, gli emigrati di Parma, Piacenza e delle altre città guelfe, formò un'armata di quindici mila uomini. Erasi lusingato di trovarsi a fronte dei Bolognesi prima che passassero il Panaro che scorre tre miglia al di là di Modena; ma giunto a Fossalta, distante due miglia, seppe che i nemici avevano occupato il ponte di sant'Ambrogio, e passato il fiume. Le due armate, sebbene si trovassero in presenza ed in aperta campagna, non osarono, per alcuni giorni, di venire alle mani essendo pressochè eguali di forze. Di ciò avutone avviso il senato di Bologna fece marciare due mila uomini della quarta tribù, detta di san Pietro, ordinando al pretore di venire a giornata immediatamente. Perciò il 26 di maggio, in sul far del giorno, essendo la festa di sant'Agostino, i Bolognesi attaccarono i nemici con un movimento che fecero a sinistra, mostrando di volerli prendere alle spalle dalla banda degli Appennini.
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