Li ricevette valorosamente Enzio, il quale aveva divisa la sua gente in due corpi di battaglia, ed in uno di riserva, collocando in cadauno de' primi due metà de' suoi soldati tedeschi, ne' quali assai fidava, onde sostenessero gl'Italiani; e formando la riserva della sola milizia modenese. Dall'altro canto il pretor bolognese aveva partito il suo esercito in quattro corpi: nel primo trovavansi i pedoni ausiliarj del marchese d'Este e parte della sua cavalleria, nel secondo il rimanente de' suoi cavalieri, e due mila Bolognesi della tribù di san Pietro, ch'erano di fresco arrivati al campo; componevano il terzo le milizie delle tre altre tribù ed ottocento cavalli bolognesi; e nella quarta trovavansi le truppe scelte sotto gl'immediati ordini dello stesso pretore consistenti in novecento cavalli, mille cittadini e novecento arcieri a piedi. Questa divisione che dimostra l'intenzione di economizzare le proprie forze, di condurle successivamente alla battaglia, di sostenere con truppe fresche quelle che si vedessero piegare in faccia al nemico, è una non dubbia prova de' progressi che andava facendo l'arte della guerra. La battaglia si mantenne vigorosa fino a sera, senza che si vedesse alcuno apparente vantaggio dall'una o dall'altra banda. Enzio, caduto sotto il cavallo ucciso, fu difeso da' suoi Tedeschi finchè fu rimesso in sella. Non pertanto a notte già fatta i Ghibellini avevano cominciato a piegare in modo, che si ruppe l'ordine della battaglia; onde inseguiti dai nemici, molti perirono sotto i loro colpi, altri smarriti in una campagna, tagliata da' profondi canali, trovaronsi separati dai loro amici e fatti prigionieri.
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