»102.
«Federico, scrive Giacomo di Jamsilla, fu uomo di gran cuore, ma la somma sua sapienza ne temperava la magnanimità; di modo che le sue azioni non procedevano giammai da impetuosa passione, ma da maturità di giudizio . . . . Amò la filosofia, di cui fu studioso, e la propagò ne' suoi stati. Prima ch'egli regnasse, sarebbesi a stento trovato nelle Sicilie un letterato; ma egli aprì, nel suo regno, scuole per le scienze e per le arti liberali, chiamando con isplendidi premj da tutte le parti del mondo i più rinomati professori. Nè a questi soli accordava liberali assegnamenti, ma prendeva dal proprio tesoro di che pagare il mantenimento de' poveri scolari, affinchè niun uomo, di qualunque condizione si fosse, venisse da povertà costretto a lasciare lo studio della filosofia. Diede egli medesimo non dubbie prove de' suoi studj letterarj rivolti principalmente alla storia naturale, avendo scritto un libro della natura e della cura degli uccelli. Amò la giustizia e la rispettò talmente, che tutti i suoi sudditi potevano liberamente piatire contro di lui, senza che il suo rango gli dasse alcun vantaggio presso ai tribunali, o che qualunque avvocato facesse difficoltà di patrocinare contro l'imperatore i suoi sudditi. Ma malgrado tanto amore per la giustizia, non lasciava di temperarne talvolta il rigore colla clemenza»103.104
CAPITOLO XVIII.
Innocenzo IV torna in Italia. - Sue guerre con Corrado e Manfredi. - Sua morte. - Roma sotto il suo pontificato; il senatore Brancaleone. - La Toscana: il governo popolare si stabilisce in Fiorenza.
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