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      Mossi da queste considerazioni i Milanesi mostrarono al pontefice il più vivo attaccamento, recandosi, per così dire, la città in corpo ad incontrarlo, onde duecento mila persone fiancheggiavano tutta la strada a dieci miglia dalle mura. Inventarono per onorarlo un nuovo ordigno, sotto il quale fece il suo solenne ingresso in Milano: era questo coperto di un drappo di seta e portato dai più ragguardevoli gentiluomini; ordigno adoperato poi nelle cerimonie religiose, e detto baldacchino. I Milanesi intrattennero il papa più di due mesi nella loro città, e gli accordarono l'autorità di nominare in quell'anno il podestà, ricevendo essi, in compenso degli onori grandissimi con cui lo colmarono, indulgenze e grazie spirituali.
      Benchè gloriosa, lunga fu però la guerra che i Milanesi sostennero per favorire Innocenzo, e cotal guerra aveva esaurite le pubbliche entrate; onde nel precedente anno avevano dovuto ordinare, a favore del comune, un ritardo di otto mesi a pagare i suoi debiti, ed accrescere le gabelle onde poter soddisfare ai nuovi impegni. In pari tempo accordavano a tutti i privati debitori quelle facilità medesime che si arrogava la repubblica110; col quale apparente atto di giustizia si venivano ad accrescere i disordini e le perdite causate alla società da questa specie di fallimento. Nè bastando queste gravezze, finalmente i Milanesi risolsero di chiamare un magistrato straniero, cui accordarono un illimitato potere di stabilire, ove e come lo trovasse più opportuno, dogane, gabelle, pedaggi.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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