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      Questo giovane principe aveva, nell'anno che durò la sua reggenza, date luminose prove di grandi talenti e di vigoroso carattere. Le lettere scritte dal papa a tutti i comuni, e le pratiche de' frati minori avevano sollevate quasi tutte le province. I Napoletani dichiaravano di più non voler vivere interdetti e scomunicati, nè ubbidire ad un principe che mai non otterrebbe l'investitura pontificia, nè si pacificherebbe colla Chiesa118. Capoa seguì l'esempio di Napoli; Andria, Foggia e Bari ribellaronsi apertamente; ed il partito de' ribelli, armato in Anversa, teneva la vittoria sospesa. Manfredi, che non aveva che dieciotto anni, aveva ricuperate colla rapidità delle marcie tutte le città, tranne Napoli e Capoa, di modo che Corrado non aveva che a seguire le orme del minor fratello per impadronirsi di tutto il suo regno.
      Ma il re de' Romani, invidiando la somma riputazione che Manfredi erasi acquistata, quasi non avesse altri nemici in collo, prese ad abbassare il fratello, spogliandolo di parte de' feudi che gli aveva dati il comun padre. Corrado era geloso e crudele perchè era debole; ed internamente facevasi giustizia e sentiva quanto fosse inferiore al padre ed al fratello. Per altro trattò abbastanza destramente la breve guerra che doveva ancora sostenere per metter fine alla conquista del suo regno. I conti d'Aquino, i di cui feudi stendevansi dal Volturno119 al Garigliano, e che potevano perciò tenere aperta una comunicazione tra Capoa e lo stato della Chiesa, eransi uniti ai ribelli.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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