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      Molti gentiluomini furono condannati ad essere appiccati alle finestre del loro palazzo; e la tranquillità di Roma fu acquistata collo spargimento del sangue più illustre.
      Brancaleone volle altresì richiamare le campagne romane all'antica loro dipendenza: per la qual cosa mandò ambasciadori a Terracina chiedendo a quella piccola città il giuramento d'ubbidire ai suoi ordini, e di associarsi all'assemblee, all'armata ed ai giuochi pubblici de' Romani. Innocenzo IV, trovandosi allora in Assisi, spedì una bolla al senatore per fargli sentire che gli abitanti di Terracina erano immediati vassalli della santa sede, e non tenuti a verun servizio verso la città di Roma; gli raccomandava di ritirare, pel rispetto dovuto alla santa sede, i dati ordini; essendo determinato in caso contrario a difendere con tutte le sue forze i cittadini di Terracina142.
      Brancaleone cercò invano di richiamare lo stesso pontefice a ciò ch'egli credeva di sua pertinenza; ed il racconto, che ne abbiamo in Matteo Paris è la più luminosa prova dell'indipendenza de' Romani e del loro magistrato verso Innocenzo IV. «Nello stesso tempo, egli scrive, essendosi il papa trattenuto alcuni mesi in Assisi, per parte de' Romani e del senatore Brancaleone, gli furono spediti deputati ad intimargli di rientrare sollecitamente nella città di cui era pastore e sommo pontefice. Soggiungevano i Romani, che si maravigliavano di vederlo errante qua e là come un vagabondo o un proscritto, abbandonando Roma, la sede pontificia, la greggia di cui doveva rendere stretto e rigoroso conto al sovrano giudice, per andar in traccia di danaro.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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