Poi ch'ebbe sospirando il capo scosso,
A ciò non fu' io sol, disse, nè certoSenza cagion sarei con gli altri mosso:
Ma fu io sol colà, dove soffertoFu per ognun di torre via Firenze,
Colui che la difesi a viso aperto201.
CAPITOLO XX.
Decadimento e servitù delle repubbliche lombarde. - Rivoluzioni nelle repubbliche marittime. - Loro rivalità. - Costantinopoli ritolta dai Greci ai Veneziani ed ai Francesi.
1250 = 1264.
Ne' primi tempi abbracciati da questa storia le repubbliche lombarde richiamavano la nostra attenzione più che tutte le altre città d'Italia. In queste solamente l'amore di libertà produceva quell'eroico coraggio che fa sprezzare i pericoli e la vita per la difesa e per la gloria della patria. Nella lunga lotta ch'ebbero a sostenere con Federico Barbarossa, abbiamo veduto rinnovarsi quelle virtù che altra volta illustravano la Grecia, e malgrado la barbarie del dodicesimo secolo abbiamo trovato presso i loro scrittori racconti abbastanza circostanziati per formarci un'adequata idea del loro carattere, e per interessare vivamente il nostro cuore ne' loro infelici o prosperi avvenimenti. Ma quest'epoca gloriosa fu di breve durata; e già in sul cominciare del tredicesimo secolo abbiamo veduto languire quel nobile eroismo del secolo precedente; e siamo omai giunti all'epoca in cui mancò. Nello spazio di tempo che comprende questo capitolo, i signori della Torre e Pelavicino stesero il loro dominio sopra quasi tutte le città della Lombardia, nelle quali l'amore di libertà era venuto meno anche prima che cadessero sotto la loro tirannia.
| |
Firenze Greci Veneziani Francesi Italia Federico Barbarossa Grecia Torre Pelavicino Lombardia
|