Dopo la caduta del loro impero non ammettendo più padroni ereditarj, i soli talenti aprivano la strada al trono. Teodoro Lascari, Giovanni Vatace, e finalmente Michele Paleologo aveano rialzato in Nicea il trono de' Cesari, e riunito a poco a poco al loro dominio la maggior parte delle province dell'Europa e dell'Asia, che i crociati avevano tolte ai loro predecessori. Questi principi non meno valorosi guerrieri che accorti politici avevano potuto volgere tutte le loro forze contro i Latini, perchè i Bulgari ed i Saraceni, loro naturali nemici, indeboliti da interne fazioni, non gli davano più molestia.
I soli difensori, i soli sostenitori dell'impero latino di Costantinopoli erano i Veneziani; perchè i Francesi non isperando più di arricchirsi coi saccheggi, si affrettavano di abbandonare la Grecia e di tornare alla loro patria, mentre ogni anno nuovi negozianti giugnevano ad ingrossare la colonia veneziana, e nuovi vascelli, e nuovi valorosi guerrieri venivano a difenderla. Se dobbiamo per altro credere ad uno storico greco, fu l'imprudenza de' Veneziani che perdette la città231. Aveva Michele Paleologo con Baldovino conchiusa la tregua d'un anno, quando il nuovo balìo o podestà di Venezia, Marco Gradenigo, giunse nel porto di Costantinopoli232. Questi rinfacciò ai Latini il vergognoso loro ozio in mezzo ai nemici, e li persuase ad intraprendere l'assedio di Dafnusio, isola e città all'imboccatura del Bosforo nel Ponte Eusino. Egli si valse in questa spedizione delle truppe veneziane e francesi che trovavansi in città, non lasciando alla guardia delle mura che il debole Baldovino colle donne e coi vecchi.
| |
Lascari Giovanni Vatace Michele Paleologo Nicea Cesari Europa Asia Latini Bulgari Saraceni Costantinopoli Veneziani Francesi Grecia Veneziani Michele Paleologo Baldovino Venezia Marco Gradenigo Costantinopoli Latini Dafnusio Bosforo Ponte Eusino Baldovino
|