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      Eransi questi riservati i suoi parlamenti o assemblee generali, nelle quali risolvevansi gli affari di maggiore importanza, i cambiamenti nella costituzione, la pace, la guerra, le alleanze. Accadde più volte, che il senato, consultato intorno ad un importante affare, dichiarò nelle sue deliberazioni, che potendosi compromettere l'intera nazione, alla sola nazione toccava il decidere242. Più volte ancora si vide il podestà adunare il parlamento, non solo per trattare di qualche impresa contro i nemici dello stato, ma per formare nello stesso tempo la sua armata; imperciocchè tutti i cittadini uniti in assemblea, dopo avere dichiarata la guerra, prendevano le armi e seguivano lo stesso giorno il loro pretore nel campo.
      Finchè il popolo delibera egli stesso ed agisce senza l'interposizione de' suoi rappresentanti, i consigli gli sono quasi affatto inutili; quindi l'annuale senato della repubblica non figura nella storia di Genova che a lontani intervalli, senza che si possano perciò ottenere chiare nozioni intorno alle sue prerogative. Ma se piccola cosa sono i consigli, importantissimi sono i magistrati, siccome coloro che diventano depositarj di tutte le sovrane funzioni, che il popolo non ha potuto riservare a sè stesso.
      In Genova, in sull'esempio delle altre repubbliche italiane, il podestà rimaneva un anno in carica, doveva essere forestiere e gentiluomo, ed esercitare le incumbenze di giudice criminale, e di generale delle truppe dello stato. Conduceva seco due legisti e due cavalieri.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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