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      In tale maniera obbligò le truppe di Manfredi alla ritirata, e l'annalista Rainaldo crede pure che Urbano le attaccasse personalmente253.
      Urbano, non contento di questo primo atto, che avrebbe potuto risguardarsi come una giusta difesa dello stato della Chiesa, citò Manfredi a comparire innanzi a lui per purgarsi de' delitti onde era incolpato, delle sue relazioni co' Saraceni, della sua perseveranza nel far celebrare i santi misteri ne' paesi colpiti dall'interdetto, finalmente delle condanne e pene capitali di molti suoi sudditi che egli risguardava come altrettanti omicidj, perchè non conosceva nè la sovranità, ne l'autorità giudiziaria del re di Sicilia. Questa citazione non fu a Manfredi notificata, ma soltanto affissa alle porte della chiesa d'Orvieto, residenza d'Urbano254. Informato che Manfredi trattava con Giacomo re d'Arragona di dare al di lui figliuolo sua figliuola Costanza, (1262) scrisse a Giacomo per dissuaderlo dall'alleanza colla famiglia di Manfredi, di cui gli enumera tutti i supposti delitti, indi soggiugne: «Come mai ha potuto entrare nel tuo cuore così strano progetto? come mai, o figliuol mio, l'altezza dell'animo tuo ha potuto tanto abbassarsi? come hai tu solamente tollerato che ti si proponesse per consorte di tuo figliuolo la figlia d'un uomo qual è Manfredi? è forse tuo figlio talmente disprezzato dagli altri principi, che non possa trovare un'illustre sposa tra le fanciulle di reale stirpe? Qual vergogna sarebbe la tua di macchiare con tale maritaggio lo splendore del tuo sangue! qual detestabile opera, legare con sì stretta parentela un figliuolo tanto devoto alla Chiesa col suo nemico e persecutore255!» A fronte di così calde rimostranze questo matrimonio, che trasmetteva agli Arragonesi il diritto ereditario alla corona di Sicilia, ebbe effetto: ma san Luigi che aveva domandata per suo figlio una figlia dello stesso Giacomo, parve così scandalizzato dal pensiere di contrarre qualche relazione con un nemico della Chiesa, che sospese il trattato, e diede ad Urbano speranza di non procedere più avanti.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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