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      Questi prese da ciò motivo di felicitarlo; anzi mandò in Francia uno de' suoi notaj sotto coperta di ringraziare il re di tale deferenza256; ma in realtà per far rivivere il progetto, formato prima da Innocenzo IV, di trasferire la Corona di Sicilia a Carlo d'Angiò fratello di san Luigi. La lettera del papa al suo notaro Alberto ci svela le difficoltà che ritardavano questo trattato.
      «Noi abbiamo ricevute le tue lettere dalle quali rileviamo, tra le altre cose, che il nostro caro figlio in Gesù Cristo, l'illustre re di Francia, ascolta gli artificiosi discorsi di coloro che vogliono dissuaderlo dai negoziati, per istringere i quali ti abbiamo mandato alla sua corte. Essi cercano di fargli credere che Corradino nipote di Federico, già imperatore de' Romani, possa avere alcun diritto sul regno di Sicilia, e che nel supposto che ne sia cotale diritto decaduto, sarebbe per concessione della santa sede passato in Edmondo figlio del nostro carissimo figlio in Gesù Cristo, il re d'Inghilterra. Così adunque, benchè veda nella nomina di suo fratello l'onore e la felicità della Chiesa romana, ed i mezzi di soccorrere l'Impero di Costantinopoli e di Terra santa, come ardentemente lo desidera, pure sta in forse; e forse non avrebbe il torto se ciò che dicono certi suoi consiglieri fosse vero; egli teme d'invadere ciò che risguarda come eredità d'un altro.... Noi offriamo il sagrificio delle nostre lodi a Dio, a quel Dio che tiene in sua mano i cuori de' re; noi gli rendiamo grazie di conservare il re di Francia in tanta purità di coscienza.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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