Mentre la contessa Beatrice disponevasi a scendere in Italia con quest'armata, Carlo, presi con lui soli mille cavalieri, s'imbarcò a Marsiglia sopra una flotta di venti galere, che vi aveva fatto allestire, e fece vela per le foci del Tevere.
L'ammiraglio di Manfredi dopo aver cercato di chiudere la navigazione del Tebro con palificate, erasi situato colla sua flotta presso le coste dello stato della chiesa. Una terribile burrasca sopraggiunta mentre Carlo attraversava il mar di Toscana fu la salvezza di quest'ultimo, perchè costrinse la flotta combinata di Sicilia e di Pisa a prendere il largo. Vero è ch'egli stesso non isfuggì alla violenza della tempesta, e fu gittato con alcune galere verso Porto Pisano, ove poco mancò che non fosse sorpreso dal conte Guido Novello, luogotenente di Manfredi in Toscana. Rimessosi in mare, il suo vascello fu spinto dal vento verso la foce del Tevere, onde entrato in una leggiera nave, rimontò con quella il fiume, ed andò ad alloggiare quasi solo nel convento di san Paolo fuori delle mura di Roma. L'inquietudine da cui fu preso, trovandosi solo, e quasi tra le mani de' suoi nemici, cessò ben presto, perchè lo sopraggiunsero le truppe che erano con lui montate sulla flotta. Il 24 maggio del 1265 fece alla loro testa il suo ingresso nella capitale del mondo, in mezzo alle grida de' Romani che lo proclamavano loro difensore279.
Passò il rimanente dell'anno prima che l'armata crociata, condotta dalla contessa Beatrice, giugnesse in soccorso di Carlo, e questi approfittò del presente ozio per negoziare col papa che risiedeva in Perugia.
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