Le prime relazioni furono miste di lagnanze e di rimproveri. Carlo avea preso possesso del palazzo di Laterano per alloggiarvi con i suoi cavalieri; ma Clemente ben tosto gli scrisse: «Tu hai fatta di tuo solo capriccio e senza alcuna necessità un'azione che verun principe religioso non avrebbe fin qui osato di fare, ordinando, in onta alla decenza, alle tue genti d'entrare nel palazzo di Laterano.... Vogliamo che tu lo sappia, e che sii persuaso che non sarà giammai per piacerci che il senatore di Roma, qualunque siano la sua dignità ed i suoi meriti, abiti l'uno o l'altro de' nostri palazzi della città.... A te dunque s'appartiene, mio caro figliuolo, d'accomodarti senza dispiacere al nostro volere. Cerca un'altra stanza per te in una città così abbondante di palazzi, e non ti far già a credere che ti facciamo sortire con disonore dalla nostra casa, quand'anzi noi pensiamo di provvedere all'onor tuo»280.
Carlo si sottomise con docilità a questa riprensione, e pochi giorni dopo il papa commise a quattro cardinali di porre sul capo del conte d'Angiò, nella basilica di san Giovanni di Laterano, la corona dei regni di Sicilia al di qua ed al di là del Faro, di consegnargli il gonfalone della chiesa, di fargli prestare il giuramento d'osservare le condizioni della sua investitura, della quale ne fu fatta lettura a tutto il popolo, e di ricevere in nome del pontefice la promessa di vassallaggio per tutti i paesi che avrebbe conquistati281.
Le principali condizioni annesse a questa investitura erano: l'eredità per i soli discendenti di Carlo in ambo i sessi, ed in loro mancanza il ritorno della corona alla Chiesa romana; l'incompatibilità della corona di Sicilia con quella dell'impero, o col dominio della Lombardia o della Toscana, l'annuo tributo d'un palafreno bianco e di otto282 mila once d'oro; il sussidio di trecento cavalieri mantenuti tre mesi ogni anno in servigio della Chiesa; la cessione di Benevento e del suo territorio al patrimonio di san Pietro; finalmente il preservamento di tutte le immunità ecclesiastiche pel clero delle due Sicilie.
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