I Francesi non sapevano quale strada tenere, quando Napoleone della Torre loro si fece incontro e li condusse a traverso del Milanese fino a Palazzuolo sul territorio di Brescia, ove dovevano passar l'Oglio. Il marchese Obizzo d'Este ed il conte di san Bonifacio gli si affacciarono dall'opposta banda del fiume; onde Buoso di Dovara, temendo d'essere avviluppato, non osò, o non fu in istato di opporsi al passaggio dell'Oglio; e rimase chiuso in Cremona, mentre l'armata guelfa s'avvicinò a Brescia, prese Montechiaro, sconfisse a Capriolo l'armata di Pelavicino che gli era corsa incontro; indi per lo stato di Ferrara entrò ne' paesi occupati dai Guelfi285.
L'armata francese giunta a Ferrara, invece di trovare opposizione lungo la strada di Roma, incontrava dovunque nuovi rinforzi di Guelfi; prima i quattrocento uomini d'armi de' fuorusciti fiorentini, poi i sudditi del marchese d'Este e del conte di san Bonifazio, indi quattro mila Bolognesi, strascinati dalle prediche del vescovo di Sulmona, presero la croce contro Manfredi e si unirono all'armata francese, la quale arrivò alle porte di Roma gli ultimi giorni dell'anno.
(1266) Carlo non aveva danaro per pagare così numeroso esercito; il papa rifiutavasi di somministrarne, e forse non lo poteva286. Se il conte d'Angiò differiva fino alla primavera ad avanzarsi contro al nemico, non avrebbe potuto probabilmente impedire la diserzione della sua armata; si pose perciò subito in cammino, prendendo la strada di Ferentino, onde entrare nel regno per Ceperano e Rocca d'Arce.
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