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      .. Come potrei io mai compatire la tua pretesa povertà! Tu non puoi, o non sai vivere in un regno colle di cui entrate un uomo eccelso, Federico, già imperatore de' Romani, suppliva a maggiori spese che le tue, saziava l'avidità della Lombardia, della Toscana, delle due Marche e della Germania, ed inoltre accumulava immense ricchezze299.»
      La vittoria di Carlo d'Angiò che portava la desolazione nelle due Sicilie, cagionava in Toscana e specialmente in Fiorenza sensazioni affatto diverse. Il conte Guido Novello, capitano della gente d'armi di Manfredi, comandava in questa città; e perchè aveva sotto i suoi ordini mille cinquecento cavalli tedeschi o italiani, perchè i Guelfi erano esiliati, perchè tutte le città toscane, dopo la battaglia di Monte Aperto, eransi unite alla sua parte, egli poteva ancora conservare la sua autorità malgrado la caduta e la morte di Manfredi. Ma stava contro di lui l'opinione del popolo, il quale era affezionato alla parte guelfa ed esacerbato non solo dalla persecuzione mossa contro i capi di quella fazione, ma ancora dalla perdita della sua libertà; poichè sotto il governo del conte Guido eransi a poco a poco abolite in Firenze quasi tutte le prerogative d'una repubblica. Quando si ebbe notizia della battaglia della Grandella, il popolo diede manifesti segni della sua gioja per la morte di Manfredi; gli esiliati si avvicinarono alla città, cercarono di sorprendere alcune castella e di legare corrispondenza cogli abitanti della città onde far nascere qualche congiura.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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