Questi consoli si diedero un consiglio segreto di quattordici membri, ed un consiglio generale di sessanta cittadini, tre priori, un tesoriere, un accusatore de' Ghibellini, e per dirlo in una parola, tutta l'amministrazione d'una piccola repubblica e quasi tutta la forza d'una sovranità304. Questo governo di fazione sempre pronto a combattere, sempre regolare e sempre ricco, mantenne sino alla sua fine sopra la sorte della repubblica la più decisa influenza.
I Guelfi fiorentini ebbero appena ristabilito nella loro città il governo popolare, che presero a dare, in tutta la Toscana, superiorità alla loro fazione. Dichiararono perciò la guerra alle repubbliche di Siena e di Pisa che si ostinavano nella causa ghibellina, e che dovevano inoltre lottare colle interne fazioni; perchè in tutte le città di qualunque fazione si fossero, il popolo era geloso della nobiltà.
In luglio del 1267 i Fiorentini ed i Francesi comandati dal conte di Monforte assediarono Poggibonzi, castello vicino a Siena, ov'eransi rifugiati molti emigrati ghibellini e uomini d'armi tedeschi305. Carlo d'Angiò, avendo dal papa ottenuto il titolo di vicario imperiale in Toscana, volle prendere possesso in persona di tale dignità, ed il primo giorno d'agosto dello stesso anno fece il suo solenne ingresso in Firenze; poi venne con tutta la sua cavalleria al campo che assediava Poggibonzi. Colà ebbe motivo di avvedersi quanto gli fosse stata vantaggiosa la risoluzione di Manfredi, che tutto commise all'evento d'una battaglia, invece di fermarlo ad ogni castello che difendeva il suo regno, indebolendolo con una continuata serie d'assedj: imperciocchè quello solo di Poggibonzi occupò quattro mesi l'armata reale de' Francesi unita ai Fiorentini, e non s'arrese che in dicembre, quando gli assediati non ebbero più vittovaglie.
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