Erano pure arrivati alla corte di Corradino alcuni ambasciatori lombardi: Martino della Scala prometteva i soccorsi di Verona a lui subordinata e di tutti i Ghibellini della Marca Trivigiana. Il marchese Pelavicino, cui le vittorie de' Guelfi avevano spogliato di Cremona, Parma e Piacenza, non comandava che ne' suoi feudi ereditarj ed in Pavia. Risiedeva d'ordinario a borgo san Donnino; di dove mandava ambasciatori a Corradino, offrendogli la sua persona ed i suoi soldati invecchiati al servigio della casa di Svevia.
Corradino, caldo, impetuoso, non seppe resistere a così lusinghiere offerte, e credè giunto l'istante di vendicare suo avo, il padre e lo zio, sì lungo tempo e tanto crudelmente perseguitati. La principale nobiltà di Germania si pose sotto le sue insegne. Federico, duca d'Austria, giovane principe che come Corradino era stato spogliato de' suoi stati da Ottocare II, re di Boemia, si offerse di dividere con lui i pericoli della spedizione; il duca di Baviera, suo zio, ed il conte del Tirolo, secondo marito di sua madre, armarono i loro vassalli per accompagnarlo fino a Verona. Corradino arrivò in questa città alla fine del 1267 con dieci mila uomini di cavalleria, dei quali meno della metà era pesantemente armata307. Dopo la dimora di poche settimane in Verona, impiegate nel rinnovare i trattati coi signori italiani, il conte del Tirolo ed il duca di Baviera ricondussero le loro truppe in Germania; e Corradino con circa tre mila cinquecento uomini passò a Pavia, attraversando la Lombardia senza incontrare verun ostacolo.
| |
Corradino Martino Scala Verona Ghibellini Marca Trivigiana Pelavicino Guelfi Cremona Parma Piacenza Pavia Donnino Corradino Svevia Germania Austria Corradino Ottocare II Boemia Baviera Tirolo Verona Verona Tirolo Baviera Germania Corradino Pavia Lombardia
|