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      Da questa marcia Carlo poteva argomentare che Corradino entrerebbe per la Liguria in Toscana, come veramente fece, ed il re francese per chiudergli il passaggio erasi recato ai confini dei territorj di Lucca e di Pisa: ma in tal tempo ebbe avviso dalla Puglia e da Roma, che rendevasi colà necessaria la sua presenza. La ribellione aveva incominciato ne' suoi stati, e Roma governata da un senatore suo parente, ma suo nemico, erasi alleata con Corradino; e finalmente Clemente IV, mandandogli la seguente lettera, lo affrettava a ritornare.
     
      «Io non so perchè ti scriva come a re, mentre pare che tu non ti prenda cura del tuo regno, il quale trovasi senza capo, lacerato da' Saraceni, o da perfidi Cristiani: prima impoverito da' ladronecci de' tuoi ministri, ora viene divorato da' tuoi nemici. Così il bruco distrugge ciò che non potè la cavalletta. Gli spogliatori non gli mancano, bensì i difensori. Se per tua colpa lo perdi, non lusingarti che la Chiesa voglia rientrare in nuovi travagli e nuove spese per fartelo acquistare un'altra volta: tu potrai allora ritornare nelle tue ereditarie contee, e contento dell'inutile nome di re, aspettarvi gli avvenimenti. E forse tu fai fondamento sulle tue virtù, o speri che Dio farà per te miracolosamente quello che tu dovevi fare; oppure, tu ti fidi alla prudenza che tu credi avere, i di cui suggerimenti anteponi agli altrui consigli. Io ero determinato a non più scriverti di questi affari; e ti mando solamente questi ultimi avvisi dietro le istanze del nostro venerabile fratello Raoul, vescovo d'Alba.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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