Questa nomina fu approvata dal papa, ed in appresso dal concilio generale di Lione; innanzi al quale gli elettori ecclesiastici, ed il vescovo di Spira, cancelliere di Rodolfo, replicarono a nome del loro signore la promessa di rispettare le libertà ecclesiastiche, e di non invadere i dominj della Chiesa353.
Il papa chiese pure a Rodolfo di non attaccare il re di Sicilia, nè di far valere qual siasi diritto sul suo regno. Ma Carlo, benchè si trovasse con ciò sotto la protezione della chiesa, era assai inquieto per questa nomina d'un re de' Romani. Vedeva apertamente che la sua autorità in Toscana ed in Lombardia, e lo stesso suo titolo di vicario imperiale datogli dai papi, non potevano essere lungo tempo riconosciuti da un imperatore tedesco; ed i motivi di malcontento che sapeva d'aver dati al pontefice potevano fargli temere che questi non chiamasse finalmente Rodolfo in suo soccorso per opporlo alle sue nuove usurpazioni.
Gli ambiziosi disegni di Carlo non rimanevano entro i confini d'Italia, ma stendevansi anche alla Grecia. Fino del 1267 aveva conchiuso un trattato col fuggiasco imperatore de' Latini, Baldovino II354, il quale in vista de' promessi soccorsi cedeva a Carlo la sovranità del principato d'Acaja, e quasi tutte le terre che nell'impero orientale tenevansi ancora dai Latini, come pure gli prometteva la terza parte delle conquiste che farebbero in comune. In pari tempo Baldovino fece sposare a Filippo, suo unico figlio, Beatrice figlia di Carlo: ed essendo morto Baldovino del 1272, Filippo prese il titolo d'imperatore di Costantinopoli.
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