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      (1276) Durante il viaggio del pontefice in Francia eransi manifestate in Romagna, in Toscana ed in Lombardia le passioni compresse dalla sua presenza, le quali egli sembrava avere incatenate col vigore e colla santità del suo carattere. A Bologna, del 1273, un tragico avvenimento aveva ridestato l'odio di due già rivali famiglie, le quali trassero seco nella privata loro contesa tutti i cittadini, e fecero rapidamente cadere la loro patria da quell'alto grado di potenza e di gloria cui erasi innalzata in quell'epoca.
      Da lungo tempo i Geremei trovavansi alla testa del partito guelfo in Bologna, ed i Lambertazzi del ghibellino; e sebbene in questa città si fosse prima che altrove manifestata la tendenza del popolo alla democrazia, i nobili avevano saputo conservarsi sopra le fazioni quel credito ch'era loro rifiutato nell'amministrazione della repubblica. I Geremei ed i Lambertazzi, opposti in ogni occasione, avevano concepito gli uni per gli altri una violenta359 avversione; ma il governo aveva fin allora saputo contenerli, e reprimere i loro odj entro le stesse mura ove sedevano ne' medesimi consigli.
      Due giovanetti Bonifacio Geremei, ed Imelda, figlia d'Orlando Lambertazzi, dimenticato il vicendevole odio delle loro famiglie si amavano teneramente. Un giorno Imelda consentì di ricevere l'amante suo nella propria casa; ma quando credevano di non essere osservati, una spia rivelò ai fratelli Lambertazzi la debolezza della sorella: essi entrarono furibondi nelle sue camere; l'incauta fanciulla appena ebbe tempo di salvarsi colla fuga; senza che l'amante potesse fare altrettanto: ed uno de' fratelli ferì nel cuore l'infelice Bonifacio con uno di que' pugnali avvelenati di cui i Saraceni ne avevano introdotto l'uso, e di cui in questa epoca il vecchio della montagna soleva armare i suoi terribili assassini.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





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