Gastone e Goffredo cercarono, scorrendo quelle medesime strade, di sedare il tumulto, ma i sassi cadevano loro addosso per ogni parte366. Intanto i cittadini armati concorrevano al Broletto vecchio e risolvevano di mandare deputati all'arcivescovo Ottone per dargli avviso che i Milanesi lo avevano creato signore perpetuo della loro città e per invitarlo ad entrarvi. Per la qual cosa i Torriani, non vedendosi sicuri, sortirono dalia città, pensando di ritirarsi a Lodi o a Cremona; ma queste due città già loro soggette non vollero riceverli, e solamente in Parma trovarono essi un asilo sicuro.
In tal maniera fu fondata la sovranità della casa Visconti sopra i Milanesi, e ben tosto sul restante della Lombardia367. Questa era già una dinastia che succedeva ad un'altra: i Torriani che si erano innalzati come demagoghi, vi avevano introdotte delle costumanze monarchiche, abbassando la nobiltà e scacciandola dalla patria. Quando i Visconti entrarono alla testa della medesima nobiltà lungo tempo proscritta, minata e resa mercenaria, trovarono il popolo corrotto dalla servitù ed i grandi snervati dall'esilio. Più non eravi nella nazione spirito d'indipendenza, carattere elevato, nè amore di libertà: e perciò, quantunque si mantenessero ancora lungo tempo in vigore e consigli repubblicani e società popolari, essendo mancato quello spirito di vita che avrebbe dovuto animarli, non furono di ostacolo alle usurpazioni del nuovo signore, il di cui potere si trasmise da padri virtuosi a figliuoli perduti ne' vizj, o affatto inetti, senza che però la nazione cercasse mai di riprenderlo, o che i Milanesi, quand'ancora attaccarono la famiglia Visconti, pensassero a riporsi in libertà.
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