In forza del diploma di Rodolfo, lo stato della Chiesa acquistò l'estensione conservata fino ai nostri giorni. Ma i diritti de' quali era in possesso l'imperatore, quelli che poteva trasmettere alla santa sede, altro non erano che una dipendenza, una signoria che pochissimo ristringeva l'autorità de' particolari governi. Tra le province dipendenti dalla santa sede eranvi molte repubbliche, come Bologna, Perugia ed Ancona; varj principati, quali erano Montefeltro e Bertinoro, che non s'avvisarono d'avere in verun modo perduta la loro indipendenza. E come i pontefici avevano lasciati passar molti secoli prima di domandare agl'imperatori la consegna delle province ch'essi avevano date alla santa sede, così lasciarono decorrere altri due secoli prima di chiedere ai popoli di riconoscere questa trasmissione di diritti, o d'esercitare sui medesimi la loro sovranità. Il poter aspettare, essere prodighi del tempo e calcolare sopra una signoria che non avrà fine, fu sempre pei papi un sicuro mezzo a giugnere ai loro fini. Intanto i popoli liberi non credettero peggiorata la loro condizione. Gli storici contemporanei di Bologna si accontentano di dire che lo stesso anno la città si diede al papa, riservandosi tatti i diritti sopra la Romagna; e non suppongono che tale avvenimento meriti ulteriori schiarimenti372.
Nicolò III, dopo avere accresciuti i diritti ed i possedimenti della santa sede, volle procurare alla propria famiglia il frutto de' suoi acquisti. Nominò conte di Romagna Bertoldo Orsino suo fratello373; creò tre cardinali della sua famiglia, e diede pure la porpora a molti signori romani che voleva rendersi ben affetti, onde procurarsi la maggiorità de' suffragi nel sacro collegio.
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