Pagina (292/326)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma per quanto fosse grande la sua ambizione, pareva combinarsi sempre col mantenimento della pace e della pubblica prosperità. Incaricò il prediletto de' suoi nipoti, il cardinal Latino, vescovo d'Ostia, d'una legazione in Romagna, nella Marca, nella Toscana, nella Lombardia, commettendogli specialmente di riconciliare le fazioni, le città e le famiglie. Lo autorizzò pure a ricevere di nuovo nel seno della Chiesa tutti coloro che erano stati scomunicati come Ghibellini, ed a non avere parzialità per alcun partito spargendo tra i fedeli gli spirituali favori.
      Il cardinale Latino cominciò in Romagna la sua missione di pace: vi trovò i Geremei ed i Lambertazzi di Bologna indeboliti da una lunga serie di combattimenti. I primi, ch'erano rimasti in possesso della città, non erano sufficienti a difenderne il territorio, ed ogni giorno provavano nuove perdite, mentre i secondi, nel loro esilio non avendo più nulla da perdere, con improvvisi attacchi si assicuravano quasi sempre la vittoria. Il cardinale incominciò dal far riconoscere in ogni città l'autorità di suo cugino, il nuovo conte di Romagna, affinchè queste dominate da' Guelfi o da' Ghibellini che fossero, trovandosi dipendenti da un capo solo avessero un punto d'unione ed un arbitro delle loro discordie. Recossi in tutte queste città col conte Bertoldo; e perchè il cardinale era predicatore dell'ordine di san Domenico, nell'istante dell'inaugurazione del conte, predicò la pace ai Lambertazzi a Faenza ed a Forlì, ed a' Geremei a Imola ed a Bologna.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo III
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 326

   





Latino Ostia Romagna Marca Toscana Lombardia Chiesa Ghibellini Latino Romagna Geremei Lambertazzi Bologna Romagna Guelfi Ghibellini Bertoldo Domenico Lambertazzi Faenza Forlì Geremei Imola Bologna