Giunto in quest'ultima città, dietro gli espressi ordini avuti dal papa, adunò cinquanta commissarj d'ogni fazione, ai quali presentò un progetto d'accomodamento fatto dallo stesso papa, in forza del quale i Lambertazzi e tutti i fuorusciti dovevano essere chiamati a Bologna e riammessi all'intero godimento de' loro beni. Erano peraltro eccettuati alcuni capi, la di cui presenza avrebbe potuto risvegliare i sopiti odj, i quali per certo determinato tempo dovevano ancora soggiornare fuori di Bologna ne' luoghi che loro assegnerebbe il papa; tutte le proprietà prese da ambe le parti dovevano essere restituite; le società popolari, che non servivano che a tener vivo lo spirito di partito ed a far nascere le guerre civili, furono abolite; per ultimo, il papa riservavasi il diritto di mantenere con tutte le pene ecclesiastiche, se il bisogno lo richiedesse, le condizioni della presente pace374.
(1279) Dopo lunghi trattati la pace fu finalmente conchiusa sotto le condizioni dettate dal papa; ogni partito garantì la pace colla promessa di cinquanta mila marche d'argento; ogni comune della Romagna segnò pure il trattato e diede cauzione per una determinata somma. Finalmente il giorno 4 agosto del 1279 essendo stati conchiusi tutti questi trattati, le due fazioni de' Geremei e de' Lambertazzi si adunarono sulla piazza di Bologna, tutt'all'intorno ornata di ricchi tappeti sparsi di ghirlande di fiori e di festoni di verzure. Stava presso la porta dei palazzo una cattedra magnifica coperta di broccato, nella quale andò a sedere il cardinal legato, accompagnato dagli arcivescovi di Bari e di Ravenna, dai vescovi di Bologna e d'Imola e dall'abate di Galliati, tutti pontificalmente vestiti.
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