Un solo non si sottrasse alla morte di quanti Francesi assistevano alla festa. I Siciliani, quantunque disarmati, ne uccisero duecento in campagna, mentre le campane di Monreale suonavano i vesperi. Dalla campagna il popolo furibondo rientrò in città gridando sempre, muojano i Francesi, e qui la carnificina ricominciò più feroce che mai. Una terribile rappresaglia fa questa del massacro di Benevento e di Augusta, benchè esercitata sopra un minor numero di Francesi: uomini, donne, fanciulli, tutto quanto apparteneva a questa detestata nazione fu messo a morte, ed il ferro andò fino a cercare nel seno d'una sposa siciliana l'abborrito frutto della sua unione con un Francese. Quattro mila persone perirono in questa prima notte409.
Per grande che fosse l'odio de' Siciliani, mal sapevano risolversi ad imitare l'esempio di Palermo; tutto il mese d'aprile si consumò in vani attacchi de' Francesi contro Palermo ed in trattati di quegli abitanti cogli altri Siciliani. Ma pareva che il furore de' Palermitani fosse contagioso; e la loro resistenza e l'impunità di cui godevano, erano d'incoraggiamento a coloro che volevano imitarli. Gli abitanti di Bicaro ed in seguito quelli di Corleone410 unironsi a quelli di Palermo, suggellando la loro alleanza col sangue de' Francesi che trovarono nel loro paese, mentre che quelli di Calatafino, governati dal rispettabile Guglielmo de' Porcelets, nobile provenzale, che solo di tutti i Francesi non aveva offesa l'umanità, nè tradita la giustizia, mandavano onoratamente al di là del Faro quest'uomo virtuoso colla sua famiglia.
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