Ma perchè i principi francesi avevano più a cuore la Sicilia che l'Arragona, il re Carlo nel presente anno non si occupò che degli apparecchi necessarj per far l'impresa di quell'isola; e nel mese di maggio del 1284 partì dai porti di Provenza alla volta di Napoli con cinquantacinque galere armate e tre grosse navi cariche di truppe.
Ruggeri di Loria, grande ammiraglio di Sicilia, avendo avviso della vicina venuta di Carlo, si recò in faccia a Napoli con quarantacinque galere, dopo avere corse le coste del principato per provocare alla battaglia Carlo detto lo Zoppo, principe di Salerno, e figliuolo del re, che governava il regno in assenza del padre. Questo principe non sostenne gli oltraggi de' Siciliani e de' Catalani che accusavano i Francesi di codardia; fece mettere alla vela venticinque galere che teneva nel porto, e andatovi a bordo con tutti i suoi cavalieri francesi e provenzali, si fece incontro all'ammiraglio siciliano, malgrado il comando espresso del padre che gli vietava di combattere. In fatti egli era troppo debole da cimentarsi con quell'ammiraglio, il più esperto e fortunato del suo secolo; i suoi soldati erano similmente in numero e in zelo minori di quelli del Loria, e meno avvezzi al mare: perciò dopo il primo attacco, fuggirono le galere di Sorrento e del principato, facendo forza di remi. Furono dalla flotta siciliana prese otto navi francesi sulle quali trovavasi lo stesso principe con tutti i suoi più ricchi baroni.
Accadde che, mentre Ruggeri di Loria manovrava in parata, dopo così glorioso fatto, innanzi al porto di Napoli, credendo gli abitanti di Sorrento che quella battaglia deciderebbe della sorte della casa Angioina, spedirono deputati all'ammiraglio per complimentarlo ed offrirgli frutta e denaro.
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