Pagina (39/288)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Il popolo in conseguenza di questa discorso nominò una commissione per riformare gli statuti della repubblica e reprimere colle leggi l'insolenza de' nobili. Una famosa ordinanza, conosciuta sotto il nome di Ordinamenti della Giustizia, fu l'opera di questa commissione41. Per la conservazione della libertà e della giustizia sanzionò la più tirannica ed ingiusta giurisprudenza. Trentasette famiglie delle più nobili e più rispettabili di Firenze furono per sempre escluse dal priorato, senza che loro potess'essere in avvenire permesso di ricuperare i diritti della cittadinanza, facendosi inscrivere sulla matricola di alcun corpo di mestiere, o esercitando qualunque professione42. Questa esclusione appoggiavasi al favore che i nobili, dicevasi, accordavano sempre agli altri nobili; si accusavano di avere inceppate le operazioni della signoria, la quale non fece mai verun atto vigoroso qualunque volta qualche gentiluomo sedette coi priori. Si autorizzò inoltre la signoria ad aggiugnere nuovi nomi d'esclusione qualunque volta alcun'altra famiglia, seguendo le orme della nobiltà, meritasse d'essere egualmente punita43. I membri di queste trentasette famiglie furono additati anche nelle leggi col nome di grandi e di magnati; e per la prima volta videsi un titolo d'onore convertito non solamente in un peso oneroso, ma in castigo. Fu dalla medesima ordinanza stabilito che quando un grande si farebbe reo di qualche delitto, la voce pubblica attestata da due probe persone, sarebbe pel tribunale sufficiente prova a convincere e condannare il prevenuto, poichè fin allora la violenza de' gentiluomini aveva allontanati i querelanti dal palazzo della giustizia e costretti a tacere i testimonj.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





Ordinamenti Giustizia Firenze