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      Uno di loro, il cardinale Benedetto Caietano di Anagni, fomentava i loro bucinamenti, ingrandendo agli occhi loro i pericoli ond'era minacciata la Cristianità. Questo uomo, per desterità e per dissimulazione a tutti superiore, aveva saputo ad un tempo lusingare i cardinali che lo risguardavano come il sostegno delle prerogative del loro collegio, e signoreggiare lo spirito di Celestino che tutto faceva dietro le sue istruzioni, e che forse non avrebbe commessi tanti falli, se il suo perfido direttore non avesse voluto renderlo odioso e ridicolo. Rimaneva per altro al cardinale Caietano un potente nemico nel re Carlo II, ch'egli aveva offeso nel precedente conclave, rispondendo alteramente ai rimproveri che questo monarca faceva ai cardinali divisi. Raccontasi che una notte andò dal re di Napoli e gli disse: «Sire, il tuo papa Celestino ha voluto ed ha potuto servirti, ma non seppe farlo; se tu fai in modo ch'io gli sia sostituito, io vorrò, io potrò e sopra tutto saprò esserti utile.» Convenne allora del modo che avrebbe tenuto per assoggettare a Carlo tutte le forze della Chiesa, se egli gli assicurava i suffragi di dodici cardinali sue creature, nominati da Celestino. Avutane la promessa, non si occupò d'altra cosa che di persuadere Celestino a rinunciare ad una dignità che non gli conveniva60. Raccontano alcuni che per mezzo di una tromba parlante ne facesse venire l'ordine dal cielo61. Ma senza tale artificio, il cardinale aveva mille mezzi per determinare un uomo così timido e semplice, di cui egli seppe allarmare la coscienza.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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