Nel 1300 gli uomini più saggi di Fiorenza e di Pistoja si adunarono per trovare rimedio a tanti mali. Finalmente con una pubblica deliberazione gli anziani di Pistoja determinarono di confidare per tre anni la signoria della loro città ai Fiorentini, perchè riformassero la repubblica, e vi stabilissero la pace83. La signoria, ossia balìa, come di questi tempi cominciò a chiamarsi, non distruggeva le franchigie d'una repubblica, nè derogava punto alla sua libertà; era un potere legislativo e stragiudiziale attribuito per un determinato oggetto, e per un certo tempo ad un governo che credevasi meritevole di tanta confidenza da sceglierlo come arbitro.
Avendo i Fiorentini accettata la balìa di Pistoja, vi mandarono un nuovo podestà ed un nuovo capitano del popolo, che furono incaricati di scegliere metà per ogni partito i nuovi anziani. Con tal nome chiamavasi a Pistoja il collegio dei dodici magistrati preseduto da un confaloniere di giustizia eletto ogni mese per amministrare la repubblica. I Fiorentini ordinarono poscia ai capi delle due fazioni bianca e nera di allontanarsi dalla città che turbavano coi loro odj84; e credendo che un governo vigoroso avrebbe il potere di riconciliare questi uomini iracondi tosto che più non fossero circondati dai loro clienti e da gente avida di vendicare le loro ingiurie, i Fiorentini assegnarono per loro dimora a tutti i Pistojesi esiliati la città stessa di Firenze.
Ma il riposo di Firenze non era assicurato in maniera che potesse impunemente ricevere nel proprio seno tanto lievito di discordia; ed i priori, che mandarono a Firenze uomini avidi di sangue ed accostumati a sprezzare tutte le leggi, commisero un grave fallo di cui ebber presto cagione di doversi amaramente pentire.
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