I Neri, esiliati da Pistoja, ritiraronsi quasi tutti a Pescia, nella valle di Nievole, città che, dopo essere stata incendiata dai Lucchesi l'anno 1282, era rimasta sotto la loro dipendenza. Eranvi in Lucca, siccome in tutte le città della Toscana, dei Guelfi assai caldi che dovevano associarsi ai Neri, e dei Guelfi moderati che, non interessandosi più che tanto delle antiche contese, non facevansi scrupolo di allearsi coi Ghibellini onde acquistare col mezzo loro maggior credito nella repubblica; e questi adottarono per sè medesimi il nome pistojese di Bianchi. I primi trovaronsi rinforzati dall'unione di tutti gli esiliati di Pistoja, ed erano inaspriti dalla diffidenza che i Fiorentini mostravano a loro riguardo: onde poco dopo la rivoluzione che aveva cacciati i Neri da Pistoja, i Bianchi furono esiliati da Lucca97. Castruccio Castracani degl'Interminelli, che in appresso rialzò il partito de' Ghibellini, e che si fece signore di Lucca, di Pisa e di Pistoja, venne compreso in questa proscrizione dei Bianchi, tra i quali egli era il più distinto pel lustro della sua famiglia. In età di soli vent'anni fissò la sua dimora in Ancona, di dove, avendo in sul finire dell'anno perduti i suoi genitori, passò in Inghilterra, ove s'addestrò nelle armi98. Intanto Carlo di Valois, cedendo alle istanze del papa, erasi mosso con circa cinquecento cavalli per servire la Chiesa ed ajutare il re di Napoli. Attraversò senza difficoltà la Lombardia, e dopo essersi alcun tempo riposato in Bologna, entrò in Toscana per le Alpi di Pistoja, ossia strada di Sambuca.
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