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      I priori, che andavano sempre più accorgendosi della loro impotenza, aderirono a tale inchiesta; i capi de' Bianchi e de' Neri andarono volontariamente a darsi in mano di Carlo, i primi con paura, gli altri con piena sicurezza; ed infatti il principe rilasciò subito i Neri, e fece sostenere i Bianchi e custodire in dure prigioni. Allora i priori, ma troppo tardi, fecero dare campana e martello in palazzo, chè il popolo atterrito non osò uscir di casa, e dopo quest'istante i Neri, per lo spazio di sei giorni, abusarono del loro trionfo, senza che fosse stabilito in città alcun magistrato per reprimere l'eccesso del disordine104. Le case dei Bianchi furono abbandonate al saccheggio ed in appresso incendiate; molti de' più ragguardevoli uomini di questo partito furono morti o feriti dai loro parziali nemici; molte fanciulle ereditiere vennero tolte di mano alle loro famiglie e maritate per forza ed in mezzo al disordine; e Carlo di Valois fingeva di non saper nulla, e di credere che l'incendio di tanti palazzi di città e di campagna fossero fuochi di gioja o accidentali incendj di qualche povera capanna105.
      Dopo che la città fu abbandonata al saccheggio per sei giorni, i nuovi priori, tutti della parte nera, entrarono in funzione l'undici novembre 1301, ed un nuovo podestà, Cante de' Gabrielli d'Agobbio, fu incaricato dell'amministrazione della giustizia. Il nuovo giudice veniva incoraggiato alla severità, non solo dalla violenza di quel partito da cui aveva ricevuta la carica, ma più ancora dall'avarizia di Carlo di Valois che doveva con lui dividere le ammende che imporrebbe, ed a cui lo stesso papa aveva rappresentata Firenze come un'inesauribile sorgente di oro.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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