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      Nè vi è, nè può esservi governo libero senza essere misto, cioè quello nel quale una sola parte della nazione non possa appropriarsi tutti i poteri ed essere rivestita della sovranità, nè un'altra parte essere oppressa e spogliata di ogni diritto politico e di ogni partecipazione al supremo potere: non può esservi altro governo libero se non quello in cui l'equilibrio, mantenendo la libertà, non lasci sussistere nello stato una tale potenza, che possa impunemente violare il contratto sociale; che quello finalmente nel quale sta la potenza sovrana; ma che non sia sovrano, se non è la stessa nazione, poichè la sola nazione riunisce tutti i diritti che costituiscono la sovranità.
      Non è perciò a credersi che tutti gli uomini debbano o possano avere ugual parte alla sovranità; che per lo contrario l'influenza loro sul governo dev'essere proporzionata all'affetto ch'essi sentono; e le inferiori classi del popolo, che non hanno che un'imperfetta o niuna idea del governo, non hanno nè meno il più delle volte attaccamento al medesimo. Non conviene nè pure interrogarli intorno a ciò che non ha potuto essere oggetto de' loro pensieri; il loro suffragio di comando o d'imitazione non esprime che il voto degl'intriganti che le dirigono. Ma queste medesime classi arrivano a sentire quando sono oppresse, sacra è la loro voce quando l'entusiasmo della virtù le spinge a rendere uno spontaneo omaggio agli uomini più eroici della nazione: se loro vengono interdette le lagnanze, se sono sprezzate le loro scelte, la tirannide pesa sopra di loro, e la nazione ha cessato d'essere libera.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288