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      Fu egli il primo che seppe rappresentarla con alquanto di verità; e tutti gli antichi scrittori lo rappresentano come un uomo straordinario, che chiamò sopra di se l'universale ammirazione149.
      Tra il 1270 ed il 1276 nacque a Colle di Vespignano presso Firenze da un povero contadino il suo maggior scolare, Giotto. Un giorno che guardando la sua greggia, stava disegnando sulla terra, fu veduto da Cimabue, il quale colpito dal suo ingegno lo condusse seco in città. «Sotto la direzione di tanto maestro, dice il Baldinucci, si fece a studiare caldamente e fece così rapidi progressi e così maravigliosi, che si può dire aver egli risuscitata la pittura. Egli cominciò a dare qualche vivacità alle teste ed a far loro esprimere qualche passione, l'amore, la collera, il timore, la speranza. Seppe piegare più naturalmente le vesti che prima non si faceva, e scoprì qualche regola degli scorti; finalmente diede alle figure una certa tenerezza, al maestro affatto sconosciuta150.»
      Ma al di sopra di Cimabue, di Giotto, e di quant'altri artisti furono allora, deve collocarsi il poeta creatore che diede all'Italia la sua lingua, la sua poesia, la sola energia di cui sappia abbellirsi anche al presente; il poeta che riscaldò sempre ed inspirò tutti i sommi uomini della sua nazione, che diede il proprio carattere a Michelangelo, e che cinque secoli dopo la sua nascita formò Alfieri e Monti151.
      Dante nacque in Firenze del 1265 dalla famiglia guelfa degli Alighieri152. Suo padre Aldighiero degli Elisei era stato bandito cogli altri Guelfi dopo la battaglia di Monte Aperto, ma era tornato in Firenze prima de' suoi compagni, quando la città era governata dal conte Guido Novello.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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