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      Abbiamo già prodotti in quest'opera molti passi di Dante, nè egli può essere giudicato che sopra il suo poema.
      Due scrittori nati prima che Dante morisse, i quali lo commentarono, ed erano a portata più che tutt'altri di conoscere la sua storia, affermarono che Dante compose i primi canti prima dell'esilio161. Parmi cosa assai difficile che trovar si possano autorità di tal peso che distruggano quelle di Giovanni Boccaccio e di Benvenuto da Imola. Le prove desunte dallo stesso poema, che il marchese Maffei, Flaminio del Borgo ed altri addussero contro l'asserzione dei due contemporanei di Dante, non possono troppo valutarsi; imperciocchè non è a dubitare che il poeta non abbia in diversi tempi ritoccato il suo poema, ed aggiunti in varj luoghi versi analoghi alle cose de' tempi in cui faceva que' pentimenti. Il più dilicato squarcio del poema, il commovente episodio di Francesca da Rimini, mostra i riguardi che Dante credeva dovuti a Guido da Pollenta, padre dell'infelice Francesca, e suo ultimo ospite e protettore162. Nel primo canto dal verso 101 al 111 trovasi una predizione relativa alla futura grandezza di Cane della Scala, che Dante non ha potuto scrivere prima del 1318, quando Cane fu nominato capo della lega ghibellina. Tutti i commentatori, niuno eccettuato, supposero che si cominci a scrivere un poema dal primo verso, e si prosegua fino all'ultimo senza mai tornare a dietro; lo che essendo vero, ci obbligherebbe a conchiudere che Dante incominciò il suo poema tre soli anni prima di morire, quando non aveva più tutto il vigore della robusta virilità per idearne il vasto piano, quando la sua mente non era più riscaldata dagli insegnamenti di Brunetto Latini, morto del 1294, nè più era incoraggiato ad intraprendere quell'immenso lavoro dal suo amico Guido Cavalcanti, morto avanti l'esilio di Dante l'anno 1302163.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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