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      Ricevette l'investitura della nuova dignità per mezzo della consegnazione dello stendardo di Maria Vergine e di quello del carroccio, facendo tutto raffermare all'indomani183 dal consiglio generale.
      Se tanto rispetto per la sovranità del popolo avesse potuto essere accompagnato da un eguale rispetto per la sua libertà, non v'ha dubbio che la Lombardia avrebbe trovata la sua felicità nella mescolanza di un governo monarchico colle forme repubblicane. Le magistrature popolari, i consigli, le assemblee nazionali che ancora esistevano, avrebbero bastato per temperare l'autorità monarchica, se i nuovi signori non si fossero data premura di avvilire questi corpi. D'altra parte il principe sarebbe stato mantenuto dalla guarenzia nazionale; egli avrebbe chiamato in suo favore le leggi; e la sua forza costituzionale sarebbe stata protetta da un popolo felice e libero. Ma di rado accade che gli usurpatori contemplino un così lontano avvenire; ogni ombra di resistenza divien loro odiosa, onde si affrettano di atterrare qualunque potere che ponga limiti alla loro autorità, sebbene sappiano che lo stesso potere si armerebbe per difenderli contro i loro nemici. I signori di Lombardia governavano dispoticamente, e perciò l'esistenza loro era breve come quella dei despoti. I parenti o gli amici erano i primi a cospirare contro di loro; i nemici gli attaccavano apertamente, e talvolta il popolo gli abbassava con quella stessa rapidità con cui gli aveva innalzati.
      Nell'ultima metà del tredicesimo secolo il Piemonte era stato testimonio di due rivoluzioni che avevano precipitati due sovrani dall'apice della grandezza nella più miserabile delle umane condizioni.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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