(1306) Anche le città di Modena e di Reggio ricuperarono due anni dopo la libertà. Nel 1289 Modena erasi data al marchese Obizzo d'Este, e del 1293 passò per diritto ereditario in dominio d'Azzo VIII suo figliuolo. Il 26 gennajo del 1306 il popolo prese le armi e cacciò fuori delle porte il podestà del marchese, sebbene avesse sotto i suoi ordini una guarnigione di settecento cavalli e di mille fanti; richiamò tutti i fuorusciti e ristabilì il governo popolare, manifestando la sua gioja per la ricuperata libertà con feste continue, alle quali i cittadini intervenivano ornati di cinture d'oro e di ghirlande di fiori191. All'indomani il popolo di Reggio, diretto dai gentiluomini ghibellini, prese egualmente le armi contro le truppe del marchese, e le costrinse ad uscire di città192. Dopo questa rivoluzione non rimaneva alla casa d'Este che la sola città di Ferrara, la quale le fu tolta due anni dopo, quando morì Azzo VIII, come tornerà in acconcio di parlarne nel susseguente capitolo.
Tante rivoluzioni, eseguitesi in nome dei due partiti guelfo e ghibellino, potrebbero facilmente farci credere che recenti motivi di discordia avessero inasprite queste fazioni, e che l'imperatore ed il papa, pei di cui interessi pretendevano di combattere, avessero fatte nuove pratiche per mettere loro le armi in mano. Niente di tutto questo; che anzi Alberto d'Austria, re dei Romani, non si curando punto delle cose d'Italia, era assai lontano dal dare ajuto ai Ghibellini, ed osservava con indifferenza questa bella contrada del suo impero desolata dall'anarchia.
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