La proposizione essendo accettata ed approvata da tutti i cardinali, se ne stese un atto che fu sottoscritto da tutti, ed il partito antifrancese scelse di presentare i tre prelati, credendosi in tal modo sicuro di avere un papa a modo suo, qualunque fosse l'eletto. Per essere più certo delle future loro disposizioni, presentò tre prelati notoriamente nemici del re Filippo, ponendo pel primo Bertrando di Gotte, arcivescovo di Bordeaux, che aveva gravi motivi di dolersi di Filippo e di Carlo di Valois suo fratello. Erano francesi anche gli altri due prelati.
Appena fu questa scelta comunicata al partito ghibellino, che il cardinale di Prato spedì un corriere a Filippo per informarlo della convenzione fatta tra i cardinali, e per consigliarlo a scegliere Bertrando di Gotte dopo essersene assicurato. Filippo, quand'ebbe ricevuto quest'avviso a Parigi l'undecimo giorno, partì subito per la Guascogna, invitando il prelato ad un abboccamento in una abbazia posta in mezzo ad una foresta presso a san Giovanni d'Angely, ove recaronsi ambedue con poco seguito: «udita insieme la messa, e giurata in su l'altare credenza, lo re parlamentò con lui con belle parole per riconciliarlo con messer Carlo di Valois; e poi sì gli disse: Vedi, arcivescovo, io ho in mia mano di poterti fare papa, s'io voglio, e però sono venuto a te, perchè se tu mi prometti di farmi sei grazie, ch'io ti domanderò, io ti farò questo onore; e acciò che tu sia certo ch'io ne ho il podere trasse fuori e gli mostrò le lettere e le commissioni dell'uno collegio e dell'altro.
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