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      Il Guascone convidoso della dignità papale, veggendo così di subito, come nel re era al tutta il poterlo fare papa, quasi stupefatto d'allegrezza, li si gittò ai piedi e disse: Signore mio, ora conosco che m'ami più che uomo che sia e vuommi rendere bene per male; tu hai a comandare, e io ad ubbidire, e sempre sarò così disposto. Lo re lo rilevò suso, e baciollo in bocca, e poi li disse: Le sei speziali grazie che io voglio da te sono queste. La prima che tu mi riconcilj perfettamente colla chiesa, e facciami perdonare il misfatto ch'io commisi per la presura di papa Bonifazio. La seconda di ricomunicare me e miei seguaci. La terza che mi concedi tutte le decime per cinque anni del mio reame per ajuto alle spese fatte alla guera di Fiandra. La quarta che tu mi prometti di disfare e annullare la memoria di papa Bonifazio. La quinta che tu renda l'onore del cardinalato a messer Jacopoli e messer Piero della Colonna, e rimetterali in istato, e facci con loro insieme certi miei amici cardinali. La sesta grazia e promessa mi riserbo a luogo e a tempo, ch'è secreta e grande. L'arcivescovo promise tutto per saramento in sul Corpus Domini, e oltre a ciò li diede per istadichi il fratello e due suoi nipoti; e lo re promise e giurò a lui di farlo eleggere papa.»
      Tutta questa negoziazione era stata condotta col più profondo segreto, ed i cardinali Matteo Rosso e Caietano non sospettarono pure che il re di Francia conoscesse la loro convenzione. Trentacinque giorni dopo la partenza del suo corriere, il cardinale di Prato ricevette la risposta di Filippo e l'ordine di eleggere l'arcivescovo di Bordeaux.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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