Questa formidabile flotta rientrò in porto senza avere incontrato il nemico, dopo averlo inutilmente cercato nei mari della Sicilia. Nel susseguente anno le due flotte nemiche si cercarono di nuovo senza trovarsi; ma sessantacinque galere veneziane, comandate da Ruggero Morosini, vennero ad attaccare i Genovesi abitanti a Galata in faccia a Costantinopoli, i quali, non avendo bastanti forze per difendersi, si ritirarono tutti coi loro effetti nella capitale dell'impero greco, mentre i Veneziani incendiavano le loro case219.
I Genovesi, protetti in questa circostanza da Andronico, strinsero sempre più l'alleanza che da molti anni gli univa ai Greci; mentre i Veneziani dichiararonsi apertamente nemici dell'impero. Ma la potenza di questi soffrì un terribile crollo l'anno 1298 per la battaglia di Corzola, o Corcira la nera, che terminò la guerra. L'ammiraglio genovese Lamba Doria erasi avanzato fino a quest'isola, posta in fondo dell'Adriatico, per incontrare Andrea Dandolo, il quale con una flotta di novantacinque galere non ricusò la battaglia. Fu questa lunga e sanguinosa; ma la vittoria si decise a favore dei Genovesi benchè alquanto più deboli di forze, tostochè quindici navi, staccate dall'ammiraglio Doria per avere il vento in poppa, attaccarono di fianco la flotta veneziana tutta impegnata col rimanente della squadra nemica. La disfatta fu così compiuta, che si salvarono appena dodici galere, avendone i Genovesi abbruciate sessantasei e condotte diciotto a Genova con sette mila prigionieri, tra i quali trovavasi l'ammiraglio Andrea Dandolo220. Dopo così terribile battaglia, le due nazioni, quasi egualmente snervate dalla vittoria e dalla sconfitta, acconsentirono a fare la pace, che fu segnata l'anno 1299 colla mediazione di Matteo Visconti, e restituiti i prigionieri da ambo le parti.
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