Infatti era questo assai sospetto. Corso Donati, il capo del principale partito guelfo tra i Guelfi, Corso che aveva perseguitati i Bianchi pel solo motivo d'essersi mostrati disposti a perdonare ad alcuni Ghibellini, sposava la figliuola di Uguccione della Fagiuola, il capo di tutti i Ghibellini della Romagna e della Toscana ed il più temuto capitano tra i nemici della repubblica. Allorchè quest'accusa, destramente sparsa tra il popolo, ebbe risvegliata la diffidenza contro un uomo da lungo tempo risguardato come il primo cittadino di Firenze, i suoi nemici credettero che fosse giunto l'istante di perderlo. La signoria fece un giorno suonare la campana del comune, e tosto che il popolo armato si fu adunato nella piazza delle armi, i priori delle arti accusarono solennemente Corso Donati al tribunale del podestà d'avere voluto tradire il popolo e farsi tiranno. Citato a presentarsi al tribunale, si rifiutò; e l'accaduto fece chiaramente conoscere che Corso aveva ragione di diffidare della parzialità o della dipendenza del podestà; poichè le forme della giustizia furono totalmente trascurate in questo giudizio: nello spazio di due ore il giudice passò dalla citazione e dalla informazione alla sentenza, condannandolo in contumacia, come traditore e ribelle, alla pena di morte.
I priori uscirono dal pubblico palazzo preceduti dal gonfaloniere di giustizia, e seguíti dal podestà, dal capitano del popolo, dall'esecutore e dagli arcieri, indi dalle compagnie del popolo armato. Con tale ordinanza s'avanzarono contro le case de' Donati e le attaccarono.
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