È veramente un singolare fenomeno, che questi vasti piani di politica abbiano avuta la prima loro origine in una repubblica democratica, il di cui governo si rinnovava interamente ogni due mesi e i di cui capi, quasi tutti mercanti, stranieri per la condizione loro ai pubblici affari, non rimanevano abbastanza di tempo in carica per vedere il fine di verun trattato da loro incominciato. Ma in una piccola repubblica, la forza della vita, il pensiere, il sentimento, invece di appartenere soltanto alla magistratura, trovansi nell'intera massa del popolo. I signori priori di Firenze erano gli organi, non i creatori della volontà nazionale; ed il vigoroso piano di politica, che univa al nome della parte guelfa metà dell'Italia contro l'imperatore, era stato concepito ed adottato dallo stesso consiglio del popolo: tanto l'educazione data dalla libertà agli uomini cambia per la massa d'una nazione le abitudini, i sentimenti e le facoltà.
Sgraziatamente tra le pubbliche virtù che i Fiorentini dovevano alla forma del loro governo, non possono contarsi le virtù militari. Impiegavansi generalmente in tutta l'Italia soldati mercenarj per fare la guerra, chiamati Catalani, non già perchè questi mercenarj avessero tutti militato nelle bande catalane che Federico di Sicilia aveva licenziate; moltissimi avventurieri di Spagna, di Francia e di altri paesi, erano venuti ad ingrossare questo corpo per esercitare il lucroso mestiere del soldato: il brutale valore di questi mercenarj che vendevano il loro sangue al migliore offerente e che non erano capaci d'alcun nobile sentimento di patria o di libertà, aveva indebolita agli occhi degl'Italiani la stima dovuta al vero coraggio.
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