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      L'esaurimento del tesoro della repubblica fiorentina rendeva assai difficile il trovare la somma domandata da Roberto, tanto più che le città di Bologna, Lucca, Siena e Perugia, più lontane dal pericolo, negavano di aver parte a tale contribuzione. I Fiorentini anticiparono bensì la parte fissata dal trattato di alleanza; ma perchè non fu pagato il rimanente, le truppe napolitane non si mossero, ed il danaro sborsato con tanto stento non produsse alcun frutto.
      I Fiorentini credettero pertanto che l'unico mezzo d'obbligare Roberto a difenderli fosse quello di accordargli alcuni diritti, assicurandosi che nel presente pericolo della guerra di cui era minacciato non avrebbe tentato di cambiare l'accordata autorità in tirannide. I consigli mandarono fuori quindi un decreto che dava ai priori la facoltà di fare tutto quanto richiedesse la salute della repubblica, e questi con atto solenne conferirono al re di Napoli i diritti e titoli di rettore, governatore, protettore e signore della repubblica di Firenze, a condizione ch'egli manderebbe in città uno de' suoi figli o fratelli per difenderla, che non richiamerebbe gli emigrati, che conserverebbe le leggi della repubblica, mantenendo la sovrana magistratura de' priori nella presente forma292.
      Intanto l'imperatore avanzavasi rapidamente colla sua armata sulla strada di Sanminiato e di castel Fiorentino. Passò tra Colle e Poggibonzi e venne ad accamparsi nel famoso piano di monte Aperto, empiendo di terrore la città di Siena che lo vedeva vicino alle sue porte con sì poderoso esercito.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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