Federico di Sicilia venne personalmente a Pisa per concertare i mezzi di sostenere i Ghibellini; ma fu in modo spaventato dalla loro situazione, che rifiutossi di difendere la loro città, quand'anche ne fosse fatto signore. Lo stesso onore, per lo stesso motivo, venne rifiutato dal conte di Savoja e da Enrico di Fiandra, onde i Pisani chiamarono Uguccione della Fagiuola, ghibellino della Romagna, che a quest'epoca trovavasi vicario imperiale a Genova, e ritennero sotto i suoi ordini circa mille cavalli tedeschi, brabantesi e fiamminghi. Tutto il rimanente dell'armata ripassò le Alpi, risguardando l'Italia come un paese per loro affatto straniero dopo la perdita dell'imperatore che li conduceva.
Frattanto il corpo d'Enrico era stato portato a Pisa con grandissima pompa; e fattigli dalla repubblica splendidi funerali, gli fu data sepoltura in duomo, ove trovasi ancora di presente il suo mausoleo294.
CAPITOLO XXVIII.
Consolidamento dell'aristocrazia veneziana; il maggior consiglio reso ereditario. - Vittoria d'Uguccione della Fagiuola ottenuta sui Fiorentini. - Sua espulsione da Pisa e da Lucca. - Padova perde la sua libertà. - Signorie lombarde.
1313 = 1317.
In mezzo al vortice della politica italiana, la repubblica di Venezia non prendeva mai parte agli avvenimenti che si succedevano ai suoi confini, e pareva che, isolata dalle acque, non appartenesse all'Italia; onde si rimase straniera perfino alle fazioni de' Guelfi e de' Ghibellini, il di cui sangue bagnava tutte le rive delle sue lagune.
| |
Sicilia Pisa Ghibellini Savoja Enrico Fiandra Pisani Uguccione Fagiuola Romagna Genova Alpi Italia Enrico Pisa Uguccione Fagiuola Fiorentini Pisa Lucca Venezia Italia Guelfi Ghibellini
|