Le strade che conducono alla piazza di san Marco sono così anguste e tortuose, che la moltitudine degli assalitori rendevasi inutile; essi cadevano, senza aver potuto combattere, sotto i colpi di coloro che difendevano le barricate, e che gettavano pietre dalle finestre. Dopo un ostinato attacco, Marco Querini e suo figlio Benedetto caddero morti; e gli altri congiurati, scoraggiati dall'inutilità de' loro sforzi, ritiraronsi verso il ponte di Rialto e si afforzarono nel quartiere della città posto al di là di Canal grande. Se il doge gli avesse inseguiti, avrebbe a vicenda avuto lo stesso svantaggio, che in conseguenza della costruzione di Venezia devono soffrire gli assalitori; ma egli offrì accortamente ai congiurati di entrare subito in negoziazioni, promettendo di usare dolcemente della vittoria; e seppe così bene approfittare dello scoraggiamento che la battaglia presso san Marco aveva sparso ne' congiurati, che ridusse tutti i gentiluomini avversarj ad uscire di città ed a promettere di recarsi in quel luogo d'esilio che loro verrebbe assegnato301.
Il pericolo in cui una così potente congiura aveva posta la repubblica, o a meglio dire il partito aristocratico, ispirò a questo partito un lungo terrore, che gli fece per sua salvezza adottare tali misure che affatto snaturarono la costituzione dello stato. Per tenere di vista i congiurati, rimasti per la maggior parte sotto le armi a Treviso o nel suo contado, per dissipare le congiure de' malcontenti, e provvedere con una forza dittatoriale alla salvezza di coloro che governavano lo stato, il maggior consiglio creò il consiglio de' dieci, che doveva durare soltanto due mesi; gli affidò un'autorità sovrana, incaricandolo di comprimere e punire nei nobili i delitti di fellonia e di alto tradimento; e nello stesso tempo gli diede ampia facoltà di disporre del pubblico erario, di ordinare e di provvedere come potrebbe farlo il maggior consiglio colla pienezza della sua sovranità.
| |
Marco Marco Querini Benedetto Rialto Canal Venezia Marco Treviso
|