Lo stesso accadeva a Venezia ove la nazione si componeva, dopo la chiusura del maggior consiglio, di soli nobili, e dove non essendovi più di mille duecento cittadini attivi, tutti avevano il diritto e la prossima speranza d'essere ammessi a vicenda in quel tremendo consiglio dei dieci, per esercitarvi quello stesso potere che aveva temuto in tutto il rimanente del viver suo. Questa specie di compenso ebbe luogo effettivamente finchè gli affari della repubblica prosperarono; e malgrado il despotismo del suo governo, i nobili si mantennero costantemente affezionati alla loro patria. Ognuno comprende quanto un tale compenso sarebbe illusorio, se invece di soli mille duecento nobili si fossero contati nella repubblica alcuni milioni di cittadini attivi. Negli ultimi due secoli diventò illusoria per una diversa ragione: si formò un'oligarchia in seno all'aristocrazia, e la porta del consiglio de' dieci non rimase aperta che a sole sessanta famiglie e forse meno.
L'altro oggetto degno d'osservazione è la facilità con cui, in una repubblica, un immenso potere esecutivo militare e finanziere può limitarsi ed anche distruggersi affatto. Se nelle quattro assemblee annuali in cui i membri del consiglio dei dieci dovevano successivamente eleggersi, i gentiluomini avessero semplicemente rifiutato di dare i loro suffragi, questo potente consiglio che disponeva a suo arbitrio di tutte le finanze, di tutte le forze di terra e di mare, di tutti i tribunali della repubblica e perfino della vita di tutti gl'individui, questo tremendo consiglio avrebbe cessato d'esistere senza disamina e senza un giudizio.
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Venezia
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