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      Finalmente essi richiamavano tutti i Guelfi esiliati, rendendo loro i diritti della cittadinanza307.
      In conseguenza di questa pace i Pisani dovevano licenziare Uguccione e le truppe tedesche: ma Uguccione non poteva sostenersi che colla guerra; ed il combattere contro forze superiori sembravagli miglior partito che il riposo; e sia ch'egli molto fidasse ne' suoi talenti, o pure che fosse determinato d'arrischiar tutto, poich'ebbe cercato invano di stornare la ratifica della pace, invitò il popolo a prendere le armi, e facendo portare nelle strade alcune aquile vive, insegna de' Ghibellini, fece gridare al tradimento contro i Guelfi. La truppa de' sediziosi, da lui comandata, s'incontrò in quella di Banduccio Buonconti, che voleva difendere l'indipendenza de' magistrati; egli la disperse, e fatti arrestare Banduccio e suo figliuolo, ed accusatili d'avere voluto tradire il partito ghibellino e la libertà della patria, fece loro tagliare il capo. In seguito adunò il consiglio di già intimidito da questa esecuzione, facendogli emanare un decreto, che niuno potesse venir eletto magistrato se non provava ch'egli e i suoi antenati erano sempre stati ghibellini. In tal modo egli acquistò un'autorità quasi tirannica sul governo della repubblica e ad altro più non pensò che a rinnovare la guerra con maggior vigore.
      La gelosia che si manifestò tra alcune famiglie guelfe in Lucca, gli diede ben tosto opportunità d'illustrare la sua amministrazione con una brillante conquista. Gli Obizzi, famiglia guelfa della nobiltà lucchese, eransi da più anni innalzati al di sopra delle famiglie rivali; dirigevano essi soli tutti i consigli della repubblica.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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