La gioventù aveva piacere che incominciasse: stanca della monotonia della pace, di cui godeva da tanto tempo la sua patria. «Pure, dice Ferreto di Vicenza, quando la guerra fu intimata dai due popoli, gli abitanti delle campagne furono i primi ad essere attaccati: il primo segno delle ostilità fu la rapina delle loro gregge e de' loro mobili. I contadini che in questo subito attacco non furono fatti prigionieri, sforzaronsi di condurre in città e di deporre in luogo sicuro tutto quanto poteva essere trasportato. Allora si videro gli agricoltori condurre un lungo ordine di carri, sui quali avevano frettolosamente caricati i rustici loro mobili e i vasi delle loro cantine; mentre le madri, coi loro fanciulli al seno o sopra le spalle, venivano a dormire sotto gli stessi portici delle nostre case. Questa maniera di guerreggiare, di uccidere e far prigionieri i cittadini, di rubare i loro beni, e di bruciarne le case, veniva a noi insegnato dagli stranieri mercenarj che avevano sempre vissuto nei campi. Quante volte non abbiamo noi veduto strascinarsi da questi empi soldati, che Cane pagava a prezzo d'oro, truppe di contadini padovani colle mani legate alle reni? Essi custodivano questi prigionieri nella nostra patria e crudelmente li maltrattavano per obbligarli a riscattarsi. Nè i mercenarj di Padova trattavano più dolcemente i contadini di Vicenza: come mai quest'infelici avevano meritate tante ingiurie!»327.
La prima conseguenza della guerra fu l'aggravarsi della tirannia di Cane sui Vicentini: quattro gentiluomini furono da lui incaricati dell'assoluto governo di questa città; e perchè più prontamente potessero percepire le imposte, tutte le immunità del popolo, tutte le leggi furono abolite.
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