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      Avendo i Padovani adunate le truppe sussidiarie di Cremona, di Treviso, del marchese d'Este e gli esiliati di Vicenza e di Verona; ed inoltre avendo assoldati alcuni condottieri, tra i quali distinguevansi due Inglesi, Bertrando ed Ermanno Guglielmo329, formarono un'armata di 10,000 cavalli e 40,000 fanti; armata formidabile che pareva bastante a conquistare tutta la Lombardia. Pure sì grande armata, invece di fare qualche strepitosa impresa, non giovò ad altro che ad attirare sopra la Venezia un altro flagello. Si tenne lungo tempo accampata, esposta all'ardore del sole, in riva a' fiumi, le di cui torbide acque appena si muovono; le malattie vi presero piede, ed una crudele epidemia distrusse nello stesso tempo i due campi e le due città.
      Il massacro di Guglielmo Novello di Campo Sampiero, e l'espulsione de' Ghibellini suoi partigiani non riuscirono utili soltanto alla parte guelfa, ma ancora alla fazione aristocratica che acquistò maggiore influenza ne' consigli della repubblica. Pel corso di più di mezzo secolo Padova erasi conservata fedele alla Chiesa, e l'aristocrazia spalleggiava sempre il partito che una città aveva seguíto più lungo tempo. Per altro i capi del governo non appartenevano ad antiche famiglie: erano Pietro Alticlinio, avvocato, e Ronco Agolanti. Avevano amendue ammassate grandi ricchezze coll'usura, e l'uno e l'altro abusavano del credito che loro dava lo stato, in particolare permettendo ai loro figli di valersene per soddisfare alle proprie passioni. Amendue in onta al partito ghibellino, di cui avevano divise le spoglie, ed in onta al popolo che avevano escluso dal governo, non erano meno esosi alla casa dei Carrara, la più ricca della nobiltà, la più popolare, e quella che colla sua ricchezza minacciava più delle altre la libertà. Due giovanetti di questa casa, Nicola ed Obizzo, eccitarono, contro il sentimento de' loro parenti, una sedizione per disfarsi di questi due capi della repubblica.


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Storia delle repubbliche Italiane dei secoli di mezzo
Tomo IV
di Jean-Charles-Léonard Simonde de Sismondi
1817 pagine 288

   





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