All'indomani fu denunciato al popolo Ronco Agolanti, e, sorpreso nel luogo ov'erasi nascosto, fu massacrato ed il suo cadavere strascinato in pezzi per le strade. Suo fratello non tardò a provare la medesima sorte; le loro case e quelle ch'ebbero la disgrazia di trovarsi vicine, furono saccheggiate, e la plebaglia avida di bottino attaccò in appresso tutti coloro che gli si denunciavano come amici delle prime vittime. Una voce propose di vendicarsi di colui, il quale, preparando una nuova tariffa delle gabelle, voleva impoverire il popolo con odiose contribuzioni. Quello che veniva in tal modo indicato alla rabbia popolare era Albertino Mussato lo storico, il quale, per far fronte alle spese della guerra, aveva proposta una nuova tassa, che credeva più eguale, e stava formandone il catastro. All'istante i sediziosi si precipitarono verso la sua casa la quale era assai forte ed unita alle mura della città: ne furono chiuse le porte, e mentre la furibonda plebe attaccava la muraglia. Mussato salì a cavallo fuori della vicina porta, e fuggì a briglia sciolta verso Vico d'Aggere, ove si pose in sicuro. La sua casa fu salvata dal saccheggio perchè vennero proposte al popolo nuove vittime. Si seppe che Pietro d'Alticlinio e i tre figliuoli eransi rifugiati nel vescovado; Pagano della Torre, in allora vescovo di Padova, fu forzato a consegnarli alla plebe, la quale soddisfatta del loro supplicio cominciò a calmarsi331.
All'indomani, ch'era il primo giorno di maggio del 1314, gli anziani della città, accompagnati dai tribuni, o gastaldioni, con gli stendardi del comune e del popolo convocarono l'assemblea dei cittadini.
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